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Zoom Torino attraverso gli occhi del fotografo Joey Shaw

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Credere nei sogni. Questo ci insegnano da bambini o almeno dovrebbero insegnarcelo. Ma poi si diventa grandi e ci si dimentica che i sogni ci appartengono e senza volerlo arriva il giorno che ce li troviamo nel cassetto che non aprivamo da 20 anni. Li abbiamo tenuti nascosti, nella speranza che un giorno per qualsiasi strana ragione, potessimo trovare la forza e la voglia di riaprire quel vecchio cassetto.  
Ho girato il mondo a fare fotografie. Ho fotografato persone famose a Beverly Hills e persone invisibili nei sobborghi di New York City. 
Ho visto posti incredibili alle Keys in Florida e posti che non pensavo potessero esistere, nella zone più povere della Repubblica Dominicana a poche ore di volo di distanza.  
Ma quando mi hanno chiesto di andare a fotografare questo posto a circa 45 minuti dall’aeroporto di Torino, non avrei mai pensato di vivere un’esperienza così unica. 
Sono entrato in questo posto magico che si chiama Zoom con la consapevolezza di dover vivere un’esperienza “particolare”. 
Sono passato dalla savana all’Africa per non dimenticare l’India e l’antartide come se stessi viaggiando per il mondo e avessi l’occasione di farlo in un solo giorno. 
Come da accordi con l’ufficio stampa mi hanno permesso di entrare un paio d’ore prima che potesse essere aperto al pubblico. Mi hanno lasciato appostare con le mie macchine fotografiche prima ancora che venissero liberati gli animali di ogni singolo recinto. 
Ho visto la fase del dietro le quinte, il lavoro duro del fare la keeper, ho visto animali tenuti benissimo, ho visto la vita come se il tempo si fosse fermato in questo posto. 
Sono tornato bambino e mi sono ripreso i miei sogni da quel vecchio cassetto. 


Per questo non dimenticherò mai questa esperienza e le persone che mi hanno accompagnato con pazienza da quando sono arrivato a quando me ne sono andato. 
Viaggiando tanto, ho imparato a non avere pregiudizi, a non fare differenze. Ho imparato ad ascoltare le mie sensazioni. Ho sempre lasciato che i miei occhi potessero farmi provare le emozioni che alla fine fanno la differenza nelle nostre vite. 
E sapete cosa mi ha conquistato di questo posto? Tutte le persone che ho incontrato hanno una passione sconfinata per quello che fanno, trasmettono un’energia straordinaria e si emozionano mentre raccontano degli animali che accudiscono ogni giorno. Sono così orgogliose di fare i sacrifici che fanno per qualcosa che in pochi ancora comprendono, che a confronto le nostre vite fatte di social networks e selfies sembrano così ridicole.  
Dunque consiglio a tutti voi di vivere questo sogno. Non perdetevi questa occasione di tornare bambini, non perdetevi questa opportunità di raccontare ai vostri figli quanto sia importante restare bambini in questa vita. 
Gli animali di questo parco faunistico vi conquistino il cuore e ve ne renderete conto solo quando ve ne andrete e vi accorgerete che non li dimenticherete mai. 
Dunque non credete alle mie parole, non fidatevi di quello che dico e nemmeno delle immagini che ho messo frettolosamente in questo slide show. Andate a vederlo con i vostri occhi, perché certe emozioni dobbiamo avere il coraggio di viverle di persona. 
Talvolta quei sogni che abbiamo lasciato nel cassetto, dobbiamo trovare la forza di tirarli fuori, anche solo per un giorno, per qualche ora, camminando all’interno di un parco come lo Zoom. 
Lasciate che le persone che ci lavorano vi raccontino con la loro passione sconfinata la storia degli animali presenti al parco. 
Lasciate che possano coinvolgervi, lasciate che possano ricordarvi quanto i sogni possono fare la differenza. Lasciate che vi conducano in questo spazio temporale che sembra proprio un viaggio nel tempo dove credetemi se vi dico che vi dimenticherete della vita che avete lasciato oltre le mura del cancello di ingresso. 

Photo e Testo: Joey Shaw


Valentina Isaja, direttore scientifico del bioparco Zoom, risponde ad alcune domande sul bioparco. 

a cura di Celine Ciapparelli

ZOOM Torino è il primo bioparco immersivo italiano, cosa significa e come è nato il progetto di un percorso pedonale alternativo ai ‘safari’ in auto tipici di altri parchi faunistici? 

Significa essere una struttura unica sul territorio nazionale che, seguendo la filosofia della Landscape Immersion, fa vivere al visitatore il fascino e le emozioni della natura offrendo un viaggio evocativo in continenti simbolo di biodiversità gravemente a rischio. 

Un percorso affascinante e suggestivo durante il quale si possono conoscere le specie animali e i loro habitat attraverso l’esperienza diretta e la competenza di biologi, keeper e veterinari che si occupano quotidianamente sia dell’educazione e del  supporto ai visitatori, sia degli animali ospitati che, nati esclusivamente in altre strutture zoologiche EAZA, vengono dati in affidamento al bioparco e seguono programmi di riproduzione controllata, contribuendo così a sostenere e promuovere progetti di conservazione e collaborazione con le istituzioni scientifiche nell’ottica della ricerca e della sensibilizzazione del pubblico.

ZOOM Torino nasce nel 2009 e porta in Italia una nuova concezione di giardino zoologico che, seguendo l’esempio di importanti realtà mondiali tra le quali lo Zoo di Singapore, il Woodland Park Zoo di Seattle, l’Animal Kingdom di Orlando, il Bronx Zoo di New York, lo Zoo di Hannover o i Bioparchi di Valencia e di Fuengirola, è progettato senza gabbie né recinzioni, ma solo con laghi, corsi d’acqua, cespugli o barriere naturali che separano il visitatore da exhibit che riproducono fedelmente i luoghi di origine degli animali e che sono visitabili esclusivamente a piedi tramite un percorso pedonale che si snoda tra i vari habitat dove poter entrare in contatto con gli animali, in totale sicurezza seppur a distanza ravvicinata, senza neanche un finestrino tra il visitatore e l’habitat.

Attualmente sono 11 le ambientazioniche compongono il parco – Serengeti, Hippo Underwater, Madagascar, Asia, Anfiteatro di Petra, Baia dei Pinguini, Bolder e Malawi Beach, Fattoria dei Mondi, Tempio delle Tigri, Lontre di Manakara – rappresentative di due continenti: Asia e Africae realizzati affinchè possano modularsi in modo da privilegiare la qualità dei processi costruttivi e garantire una gestione ottimale degli arrivi delle diverse specie animali. 

La mission del bioparco è salvaguardare la biodiversità, attraverso ricerca e formazione ex situ, programmi di conservazione delle specie a rischio e soprattutto attraverso l’educazione del visitatore che, vivendo l’esperienza emozionale di immersione in habitat il più possibile fedeli a quelli di origine, impara a conoscerli e rispettarli.

Entrando al parco salta subito agli occhi che non sono presenti gabbie e che le strutture che ospitano le varie specie hanno un’impronta naturalistica importante, con particolare attenzione anche alle specie botaniche. Come influisce tale aspetto sugli esemplari ospitati e quale importanza hanno?

Come nasce l’idea di un habitat, come viene realizzato un habitat e quali sono le figure professionali coinvolte

Nel panorama delle strutture zoologiche internazionali, ZOOM Torino si colloca tra quelle che possono definirsi “immersive” poiché il visitatore può “entrare” nell’ambiente e negli spazi ricreati: contesti naturali che riproducono, in armonia con le esigenze naturali di vita e di spazio degli animali e, nel rispetto di leggi nazionali e internazionali, le condizioni dell’habitat d’origine delle diverse specie.

 Progettare e implementare habitat di qualità è fondamentale per il successo di un bioparco poiché dovranno:

offrire una riproduzione fedele e allo stesso tempo emozionale della natura stimolando il coinvolgimento del pubblico per incentivare una riflessione sulla biodiversità

contribuire ad un maggior benessere nelle condizioni di vita degli animali

stimolare un comportamento naturale delle specie che li abitano e consentire così ricerche e studi corretti e approfonditi da parte di istituzioni e ricercatori

E’ proprio per questa modalità di realizzazione dell’habitat che ZOOM Torino si differenzia dalle vecchie strutture zoologiche, caratterizzate da una visione antropocentrica, funzionale e superficiale. Il bioparco ZOOM Torino, infatti, pone al primo posto l’habitat, che diventa una parte fondamentale del progetto e che quindi incide anche sulla determinazione delle specie che possono essere ospitate al suo interno in base allo spazio, alla facilità di convivenza e alla possibilità di un’idonea gestione veterinaria. 

Per lo sviluppo architettonico e scientifico ZOOM Torino si avvale di un team multi-competenze interno, formato da oltre 30 professionisti, e di importanti studi di progettazione internazionale. 

ZOOM Torino, ad oggi, è riconosciuto come il giardino zoologico con i migliori standard costruttivi d’Italia.

Anche l’attenzione per le aree verdi e le specie vegetali presenti negli habitat ricopre un ruolo di primo piano nel rendere l’esperienza di visita immersiva. La presenza degli animali non è infatti sufficiente da sola a far compiere quel viaggio che idealmente trasporti i visitatori negli habitat di origine delle specie. Grazie a un’attenta progettazione e a un lavoro di equipe continuo, le scenografie che caratterizzano le ambientazioni vengono così completate e rese vive dalla vegetazione raggiungendo un misurato e realistico equilibrio estetico.

La botanica ha quindi un ruolo molto importante ed è il trait d’union tra gli animali e l’habitat affinché il visitatore possa conoscere le specie animali in un luogo che evochi i paesi di origine, sia per la morfologia così come per la botanica. 

Presso il bioparco ZOOM Torino si possono trovare ben 35 specie di alberi per un totale di 640 esemplari, a partire dal 2010 sono state messe a dimora quasi 10.000 arbusti di oltre 60 specie e 10.000 piantine erbacee di 40 specie differenti. Nel 2013 per l’habitat Serengeti sono state inoltre inserite circa 31 specie differenti tra alberi, arbusti ed erbacee per un totale di circa 7.500 piante.

Numerose sono le ricerche che determinano quale tipologia vegetale può essere utilizzata: in alcuni casi è possibile introdurre specie originarie, come ad esempio il Bambù o il Gelso inseriti con successo nell’habitat Sumatra e i banani in Madagascar; in altri casi, dal momento che non tutte le specie vegetali possono adattarsi a luoghi diversi da quelli originari, si introducono piante evocative, ovvero che ricordano quelle originarie degli habitat naturali per portamento, fogliame e fioriture.

Oltre agli ambienti che il pubblico vede visitando il parco, vi sono anche strutture interne per gli animali? Come sono strutturate?

La progettazione delle holding – aree al chiuso dove gli animali possono svolgere le loro attività, muoversi, dormire, nascondersi dal pubblico, ripararsi dagli agenti atmosferici, trovare acqua e cibo oppure diversi terreni come sabbia, erba, terra, rocce e tronchi per diverse necessità come, ad esempio, grattarsi o consumare le unghie – rappresenta la sfida più importante per il bioparco. 

ZOOM Torino realizza strutture in linea con le leggi europee e della EAZA, con allestimenti ad hoc arricchiti da elementi naturali che agevolano un comportamento degno e libero di stress di ogni singolo individuo e che, allo stesso tempo, contempla la possibilità di una sorveglianza del veterinario per la cura e la prevenzione. 

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